Fonte: Carolina Duarte de Jesus
Nel 2011, si sono verificate moltissime manifestazioni contro la Troika. Quattro anni dopo, sono sempre meno frequenti e coinvolgono meno persone. Pedro Passos Coelho, l’attuale Primo ministro, si dice soddisfatto delle misure e afferma che queste hanno consentito di rilanciare la crescita. Sembra, infatti, che il popolo portoghese non si stia lamentando, ma paradossalmente, le misure hanno avuto conseguenze radicali su certi settori chiave del Paese, come la sanità o l’istruzione. I dati mostrano una situazione ben diversa da quella della vita quotidiana.
Verso la ripresa economica?
Stando alle cifre, la situazione sarebbe migliorata, le misure d’austerità avrebbero funzionato e il peggio sarebbe passato. Per quest’anno, la Commissione europea prevede un aumento dell’1,6% del Pil diversamente dal -1,6% del 2013, un tasso di disoccupazione del 13,4% ossia tre punti in meno e una diminuzione del deficit pubblico.
Tabella delle previsioni per il Portogallo – Fonte: Commissione europea
È bene soffermarsi sul calcolo di queste cifre. Il dato relativo alla disoccupazione comprende qualsiasi tipo di impiego, compresi i percorsi di formazione per chi cerca lavoro. Ora, sempre meno persone si iscrivono al centro per l’impiego per la disperazione. In contrasto con questi dati, la Confederazione Generale dei Lavoratori Portoghesi, dal canto suo, indica che il tasso di disoccupazione è del 25%. A questo va aggiunto il rischio di povertà che colpisce quasi il 19% della popolazione.
Di fronte ad una tale situazione, migliaia di giovani abbandonano il Paese. La maggior parte termina i propri studi in Portogallo, rimanendo a casa dei propri genitori, dato che la qualità dell’istruzione superiore è buona e ben riconosciuta a livello europeo ma, una volta ottenuto il diploma di studi superiori, ingegneri, economisti, infermieri e altri giovani professionisti partono in direzione di Paesi come la Francia, il Regno Unito o la Germania per cercare un posto di lavoro in cui le loro competenze possano essere maggiormente riconosciute e valorizzate. Nel 2013, più di 110 000 portoghesi sono emigrati. Ad oggi, il 20% della popolazione non risiede nel proprio Paese. Stando ad uno studio condotto dall’osservatorio Cetelem, il 74% di coloro che restano affermano che la loro situazione finanziaria è andata peggiorando negli ultimi cinque anni.
A questi provvedimenti va ad aggiungersi una privatizzazione di massa delle aziende. Nel settore dell’energia elettrica, il 21% della EDP (Energias de Portugal) e il 40% della REN (Redes Energéticas Nacionais) appartengono ormai ad aziende cinesi e omanite. Nel 2013, i servizi postali sono stati privatizzati al 100%. Gli aeroporti, e recentemente anche la compagnia aerea nazionale TAP, sono stati incorporati da Vinci. Il governo ha inoltre dato il via alla privatizzazione dell’acqua e dei trasporti pubblici, il cui prezzo continua ad aumentare.
Esempio di tariffario dei trasporti pubblici a Lisbona – Fonte: www.carris.pt
Non c’è dunque da sorprendersi se si legge che Amnesty International ha inserito nel suo rapporto annuale l’impatto delle misure d’austerità sulla vita dei portoghesi. La ONG sostiene che il Portogallo deve tutelare i diritti dei gruppi più vulnerabili e ricorda che certe misure sono state giudicate incostituzionali da parte del Tribunale costituzionale nel 2013. Oltre a ciò, fanno seguito le situazioni di comunità di zingari, rifugiati e richiedenti asilo, le donne vittime di violenza domestica e i diritti della comunità LGBT.
Una società sull’orlo del fallimento
In materia di diritti delle donne, il Portogallo si colloca agli ultimi posti. Se è vero che l’aborto è stato legalizzato tramite referendum nel 2007, il Parlamento si è espresso otto anni dopo in merito al follow-up psicologico delle donne che richiedono di sottoporsi a tale operazione. Durante le visite quindi assistono ormai anche dei medici obiettori. Alcune associazioni ritengono che, con questi cambiamenti, gli interventi potrebbero protrarsi oltre la data limite legale per l’aborto
Sempre in ambito sanitario, nel mese di febbraio un servizio del canale televisivo portoghese TVI mostrava le condizioni dei pazienti nei reparti d’urgenza degli ospedali più importanti del Paese, sia a Lisbona sia altrove. Mancanza di posti letto e di cibo sono condizioni deplorevoli in un Paese ritenuto “sviluppato”. Un intervistato fa riferimento alla mancanza di posti letto e alle chiamate al 112 che non sono più considerate urgenti dal momento che le persone aspettano talvolta due ore prima di essere sistemate. In media, i pazienti accettati con urgenza al pronto soccorso devono aspettare da quattro a sei ore prima di essere visitati una prima volta.
In alcuni ospedali si stimano in media 200 pazienti e appena due infermieri la mattina, due il pomeriggio e due la sera. Queste cifre bassissime sono il risultato di una carenza di personale dovuta ai massicci trasferimenti all’estero ricollegabili ad una riduzione delle sovvenzioni statali. Nel 2015, il governo ha leggermente aumentato le medie, ma tutti gli intervistati durante il servizio affermano che non sarà in alcun modo sufficiente per ribaltare la situazione.
Dal canto suo, l’istruzione è il secondo settore più colpito dall’austerity. Al calo significativo del numero dei professori ha inevitabilmente fatto seguito un aumento del carico di lavoro per chi resta e un peggioramento delle condizioni e del livello di istruzione. A livello dei contenuti, le materie legate all’arte e allo sport sono state sempre più messe da parte e la qualità dell’insegnamento è complessivamente peggiorata.
Aria di cambiamento con le nuove elezioni?
Il 4 ottobre 2015 si terranno le elezioni legislative in Portogallo. Di fronte alla situazione attuale del Paese, nel corso degli ultimi tre anni sono nati numerosi partiti politici: il Movimento Alternativa Socialista (MAS), il LIVRE, Insieme per il popolo (JPP), il Partito Democratico Repubblicano (PDR), Noi Cittadini! (NC) e infine il Partito Unico dei Pensionati (PURP). Questi ultimi quattro si sono formati quest’anno in vista delle elezioni legislative. Tra questi, due si propongono come partiti di sinistra (MAS e LIVRE), due di centro (JPP e NC) e uno solo di destra (PDR), mentre il PURP non intende posizionarsi dal momento che si pone come obiettivo quello di tutelare gli interessi dei pensionati a prescindere dalla fazione politica. Questa profusione di nuovi partiti politici è sintomo di una necessità di rinnovamento della scena politica. Si assiste quindi alla formazione di gruppi appartenenti a qualsiasi ala politica ma con nuovi nomi e alla ricerca di soluzioni alternative alla situazione attuale.
Queste tendenze politiche però non hanno trascinato i portoghesi. Durante un recente sondaggio, uscito il 7 luglio, il PS e il PS/CDS-PP, che si propongono rispettivamente come partiti di sinistra e di destra, hanno ottenuto, da soli, il 71,3% dei voti, con il PS in cima alla lista. Segue la CDU – la Coalizione Democratica Unitaria con il 10,2%, formata dal Partito Comunista Portoghese e dai Verdi. Il Blocco di Sinistra chiude il sondaggio con un significativo 4,8%. Qualora dovesse emergere una volontà di spostamento verso sinistra, i portoghesi preferiscono restare sulla linea moderata con il Partito socialista, piuttosto che seguire l’onda della Grecia e della Spagna e votare per partiti alternativi.
I candidati del PS e della coalizione PSD/CDS-PP – Fonte: DR
Passos Coelho, in testa alla coalizione PSD/CDS-PP, è fiducioso, malgrado le battute d’arresto nei sondaggi. Insiste nel ricordare i lati positivi delle misure che egli stesso ha imposto al Paese e punta sul ruolo di “alunno modello” in Europa di fronte alle politiche di austerity. Rende grazie al popolo portoghese per i sacrifici di questi ultimi anni. Sul fronte del Partito socialista, António Costa fa leva sui fallimenti del PSD/CDS-PP per screditarli. Presenta le sue proposte non come misure d’austerità, ma come una politica che “concilia rigore e recupero”. In quattro anni, il partito vuole “aumentare il rendimento disponibile delle famiglie, risolvere il problema dei finanziamenti alle aziende e favorire l’occupazione lottando contro l’austerità”.
Resta quindi da sapere su quale realtà si concentrerà il nuovo governo, se quella dei numeri o quella della vita quotidiana dei portoghesi.