Brasile: omosessualità, credenze e intolleranza

Jessica Robineau, tradotto da Giulia Alfieri
24 Novembre 2015


Il Brasile è il Paese con la più grande comunità cattolica al mondo, con 123 milioni di fedeli su 200 milioni di abitanti. Dopo la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) a Rio de Janeiro nel 2013, Papa Francesco confida ai giornalisti: “Se una persona è gay e cerca il Signore con buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Un anno dopo, la legge che prevede il matrimonio tra persone dello stesso sesso viene adottata e, teoricamente, sostenuta dalla Chiesa cattolica. Paradiso della tolleranza ma anche dell’omofobia, in Brasile l’influenza della religione non è da trascurare.


Fonte DR
Il più grande Paese del Sudamerica e il terzo ad autorizzare le nozze gay registra un notevole aumento di crimini omofobi. L’ONG Groupe Gay di Bahia fa sapere che la metà degli omicidi omofobi nel mondo vengono commessi in Brasile. Il 16 luglio è stato fatto un passo avanti con l’adozione di una legge anti-discriminazione da parte del Parlamento della città di Rio. L’influenza della Chiesa si misura soprattutto durante queste decisioni politiche. In Brasile, il numero di fedeli delle chiese evangeliche, e pentecostali in particolare, sta crescendo a vista d’occhio, anche tra i membri del Parlamento.

La Chiesa, un attore fittizio della causa omosessuale?

Papa Francesco ha aperto la strada affinché anche altri rappresentanti della Chiesa potessero prendere posizione più liberamente. Nel 2014, Fábio de Melo, prete e star dei social network, scriveva su Twitter: “Le unioni civili tra persone dello stesso sesso non sono una questione religiosa, spetta allo Stato decidere”.

Il vescovo ausiliario di Rio, Antonio Dias Duarte, ricordava che “la Chiesa brasiliana, così come la Chiesa del mondo intero, è contraria”. Secondo il vescovo, “Le persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme devono essere tutelate dallo Stato, come qualunque altro cittadino; ma tale unione non deve essere equiparata a un matrimonio” riportava il giornale La Croix.

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Un’altra decisione, presa poco dopo le dichiarazioni del vescovo Dias Duarte, mostrava i limiti dei rappresentanti cattolici. La Chiesa confermava la scomunica di un prete accusato di eresia in seguito alla pubblicazione di un video in cui ammette che l’amore può esistere anche tra persone dello stesso sesso; prova del fatto che l’omosessualità resta ancora un argomento tabù per la Chiesa cattolica brasiliana che, tra l’altro, si è fortemente opposta alla legge che autorizza l’adozione alle coppie omosessuali.

Fernando, intervistato dal Journal International, in quanto gay ritiene che “per quel che riguarda l’influenza della religione nella nostra società, molte persone sono spaventate dall’idea di andare all’inferno e di accettare la propria omosessualità. La Chiesa brasiliana può realmente complicare il processo di coming out”. Nonostante qualche rappresentante religioso favorevole alla causa omosessuale, una parte della società brasiliana rimane fortemente attaccata alle proprie convinzioni religiose. Secondo Fernando, “uno dei cambiamenti più significativi è stata la forza dei talent show dove nel 2013 si è visto il primo bacio tra due persone dello stesso sesso. Dopo essere andata in onda la puntata, le persone hanno avuto meno timore”.

Alcuni progressi culturali

Una campagna pubblicitaria che mostra delle coppie omosessuali ha scatenato una guerra tra gli ultraconservatori e i sostenitori di questa pubblicità. In occasione di San Valentino, che in Brasile si festeggia il 12 giugno, l’azienda cosmetica O Boticàrio ha realizzato uno spot in cui diverse coppie, sia etero che omosessuali, si baciavano e scambiavano regali. Alcuni hanno percepito questo video come un attacco ai valori tradizionali, mentre altri si sono indignati per le critiche rivolte alla pubblicità. Così è scoppiata una guerra di “mi piace”, “non mi piace” per il video disponibile su YouTube.

La diffusione di questa pubblicità dimostra che al di là delle credenze, il rispetto per l’omosessualità passa anche per altri mezzi della vita pubblica. Nonostante la forte influenza della Chiesa cattolica nel Paese, il Brasile è uno Stato laico. Il principio di laicità, ovvero la separazione tra Stato e religione, rimane tuttavia ambiguo. La Costituzione, nella prefazione, cita esplicitamente Dio: “Promulghiamo, con la protezione di Dio, la seguente Costituzione della Repubblica Federale del Brasile”, sebbene lo stesso testo vieti agli Stati, ai Distretti federali e ai Comuni di “fondare culti religiosi o chiese, sovvenzionarli, creare difficoltà al loro funzionamento o mantenere, con essi o con i loro rappresentanti, rapporti di dipendenza o alleanza”, secondo l’articolo 19, comma 1 della Costituzione.

La Chiesa cattolica, ma a poco a poco anche il protestantesimo, dimostrano che il Paese non è laico poiché molti dei membri del Congresso sono dei religiosi fondamentalisti: è per questo che nessuno rappresenta la comunità omosessuale.

L’avanzata dell’evangelismo

Il cattolicesimo è ancora la religione dominante in Brasile sebbene da una ventina d’anni stia perdendo terreno a favore del protestantesimo evangelico. Secondo le cifre del 2010, il numero di brasiliani che si dichiarano pentecostali è aumentato del 41% rispetto al 2000, mentre il numero di cattolici è diminuito dell’1%. La Chiesa universale del Regno di Dio rivendica oggi 13 milioni di fedeli nel mondo, di cui 1,8 solo in Brasile: una cifra in costante crescita da anni. Fondata meno di quarant’anni fa, la Chiesa neo-pentecostale, la più presente in Brasile, ha rifiutato di farsi intervistare dal Journal International.

L’influenza economica e politica degli evangelici neo-pentecostali è diventata celebre per la presenza di Dilma Rousseff, presidente del Brasile, e di Geraldo Alckmin, governatore dello Stato di San Paolo, all’inaugurazione della gigantesca copia del Tempio di Salomone di Gerusalemme a San Paolo, costruito dalla Chiesa universale del Regno di Dio (EURD), divenendo così la più grande chiesa del Paese ma anche la più omofoba. Invece, la Chiesa cristiana contemporanea, la cui grandezza è molto meno imponente dell’EURD, accetta sia le persone etero che omosessuali. Una cattedrale gay è stata costruita proprio questo mese.

Fonte Iglesia Universal
Nelle due assemblee federali, 73 eletti su 594 affermano di appartenere a una Chiesa neo-pentecostale. I voti del gruppo evangelico, necessari alla presidente Rousseff, hanno frenato numerose leggi progressiste, come per esempio la depenalizzazione dell’aborto. In Brasile, gli evangelici costituiscono realmente un’importante forza politica.

Lo Stato di Rio de Janeiro si mobilita

Il numero di omicidi e di aggressioni è in aumento del 14% dall’arrivo al governo della presidente Dilma Rousseff, che ha iniziato il suo mandato il primo gennaio 2011. 312 omosessuali, travestiti e transessuali sono stati uccisi nel 2013, cioè un omicidio ogni 28 ore. In risposta a queste cifre allarmanti, il governo di Rio de Janeiro ha adottato una legge contro le discriminazioni omofobe che condanna i colpevoli a una multa che può arrivare fino a 60 000 dollari. Il testo vieta un trattamento diverso nei confronti di gay e lesbiche, come tariffe extra all’entrata di luoghi pubblici e privati. I comportamenti e gli atti di incitazione alla violenza e all’omofobia sono anch’essi proibiti. Questa decisione giunge in un momento in cui il Paese è sempre meno tollerante.

La legge progressista prevede un’eccezione: le istituzioni religiose. Queste non saranno sottomesse alle sanzioni in caso di discriminazione omofoba. Tale eccezione s’iscrive nel disegno di legge adottato nel 2013 che autorizza le chiese a rifiutare persone omosessuali che desiderino sposarsi o battezzare i loro bambini con rito religioso. Religione e politica non vanno d’accordo in Parlamento, soprattutto in un Paese definito laico. La parola cattolica e sempre di più quella evangelica sono potenti e l’intolleranza si diffonde sul suolo brasiliano, in attesa di una legge nazionale contro i reati di omofobia.